Chirurgia del gomito: differenze tra mini-invasiva o aperta

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Tutori e riabilitazione post operatori


Il gomito è l’articolazione intermedia dell’arto superiore e comprende l’estremità distale dell’omero e le estremità prossimali di radio e ulna, articolate tra loro e collegate da un complesso sistema di legamenti e muscoli. La sua principale funzione è quella di regolare i movimenti di flessione ed estensione dell’avambraccio e di permettere il raggiungimento di oggetti e il loro avvicinamento al corpo. Inoltre consente di ruotare il polso e il palmo della mano ( prono-supinazione), consentendo di orientare la presa. 

Risulta facile comprendere come la compromissione di questa articolazione, oltre al dolore e alla perdita di forza,  renda difficoltose attività basilari come nutrirsi, lavarsi o guidare. Le patologie del gomito non solo possono causare deficit nei movimenti di flessione, estensione e prono-supinazione, ma anche situazioni invalidanti dal punto di vista funzionale, come l’instabilità o la rigidità del gomito. 

Patologie chirurgiche del gomito

La chirurgia del gomito viene proposta principalmente nei casi di origine traumatica (fratture e lussazioni) , nei casi di patologie degenerative ( artrosi) e nelle patologie causate da microtraumi ripetuti tipici di alcuni sport e lavori ( tendinopatie). Nel dettaglio le principali patologie candidate ad intervento chirurgico sono:

  • Fratture dell’estremità distale di radio e delle estremità prossimali di radio e ulna
  • Lussazione e sublussazione del gomito
  • Rottura di tendini e legamenti
  • Borsiti del gomito
  • Artosi e artrite reumatoide ( pulizia chirurgica, sinoviectomie, protesi del gomito)
  • Rigidità del gomito
  • Epicondilite ( gomito del tennista)
  • Epitrocleite ( gomito del golfista)
  • Sindrome del tunnel cubitale( compressione nervo ulnare)
  • Compressione del nervo radiale
  • Tumori ossei

Per la diagnosi di queste patologie, di fondamentale ausilio è la visita ortopedica del gomito che permette l’identificazione delle cause di dolore o di deficit  a livello dell’articolazione del gomito e l’iter diagnostico/terapeutico corretto. Il medico eseguirà sul gomito del paziente una valutazione manuale e valuterà la sensibilità del gomito alla palpazione e la sua capacità di movimento. Raccoglierà inoltre la storia del paziente  ( traumi, malattie pregresse, ecc) e proporrà eventuali indagini strumentali, come radiografie, ecografie, esami elettrofisiologici per i nervi, Tac o risonanza magnetica nucleare.

Alcune patologie richiedono una chirurgia in tempi brevi ( come ad esempio le fratture), mentre altre vengono proposte solo dopo il fallimento di trattamenti conservativi (non chirurgici) che comprendono il riposo funzionale dell’arto, i farmaci antinfiammatori, le infiltrazioni e la fisioterapia. In ogni caso il medico informerà il paziente riguardo al tipo di intervento e alla sua modalità di esecuzione e discuterà i potenziali rischi e benefici della chirurgia, nonché i tempi di guarigione.

Procedure chirurgiche

La Chirurgia del gomito può essere sfidante non solo per la struttura complessa dell’articolazione e delle strutture connesse, ma anche per riabilitazione di lunga durata che richiede nei casi più complessi.

La chirurgia  di gomito può essere eseguita con metodiche mini-invasive o  con procedura tradizionale ( aperta) in base alla patologia sottostante e alla sua gravità:

- L’artroscopia di gomito è una tecnica mini invasiva largamente utilizzata per trattare alcune patologie che coinvolgono l’articolazione o le strutture che la circondano ( tendini, nervi). Il chirurgo attraverso piccole incisioni della cute inserisce una piccola telecamera a fibre ottiche che registra le immagini su un monitor e gli strumenti chirurgici idonei. I vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale (a cielo aperto) comprendono, oltre alle ferite chirurgiche di minor dimensioni e la riduzione del dolore postoperatorio anche un rischio minore di sviluppare rigidità articolare. La ripresa della mobilità è generalmente più precoce ma dipenderà tuttavia dal caso specifico e dalla valutazione dello specialista, dato che ci sono lesioni che richiedono maggiore immobilizzazione. 

-La chirurgia tradizionale aperta viene generalmente riservata alle patologie più complesse e che richiedono ampio accesso all’articolazione.

Recupero postoperatorio

Il recupero funzionale del gomito subito dopo la chirurgia  sia tradizionale che mini invasiva prevede il controllo del dolore e dell’infiammazione attraverso l’applicazione di ghiaccio, la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei o di analgesici oppioidi e il bendaggio compressivo dell’arto. L’elevazione dell’arto previene inoltre l’eccessivo gonfiore e contribuisce a lenire il dolore.

Nei giorni successivi all’intervento, in base alle indicazioni prescritte dal medico, potranno iniziare gli esercizi di mobilizzazione passiva, per ridurre l’immobilizzazione che spesso è causa di rigidità articolare.

L’uso di ortesi associato al programma di riabilitazione, è indicato per la gestione del recupero postoperatorio nella chirurgia di fratture e  lussazioni, nella riparazione di tendini e legamenti e nella chirurgia per le lesioni croniche . Le ortesi di immobilizzazione per il gomito consentono di limitare i movimenti di flesso-estensione e la prono-supinazione e sono adattabili in base alla tipologia dell’intervento,  grazie alla regolazione del grado di flessione od estensione desiderato.

La riabilitazione, volta a ritrovare la forza e la capacità di movimento del gomito e a riprendere le normali attività quotidiane necessita di una durata di tempo variabile in relazione al tipo di chirurgia effettuato e deve essere svolta accuratamente per ottenere la più rapida guarigione senza rischi di rigidità o complicazioni di vario genere.

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